Eric Cantona (Manchester United)
“Il 1966 è stato un anno importante per il calcio inglese, è nato Eric Cantona”. Così la Nike, sponsor del francese, qualche anno fa lanciava la sua ennesima campagna pubblicitaria in Inghilterra. Solo all’ex numero sette del Manchester United poteva essere consentito un accostamento così blasfemo: il 1966 è l’anno in cui i maestri del football hanno conquistato il loro, finora, unico titolo mondiale. A nessuno sarebbe stato concesso un simile “oltraggio”.

A nessuno tranne Eric The King. Un francese capace di far innamorare di sé gli inglesi. Da non credere. Il fascino di Cantona resiste anche in tempi difficili come quelli attuali: per gli inglesi, dopo il no all’attacco in Iraq, i francesi sono nuovamente “frogs”, rane. E come non potrebbe resistere? Il numero sette, ora sulle spalle di Beckham, per anni ha fatto vincere e sognare i tifosi della squadra che fu di Matt Busby. Tanto che i tifosi hanno votato Eric Cantona miglior giocatore della storia del Manchester United. Davanti a George Best, Ryan Giggs, per non parlare di Bobby Charlton, Denis Law, Duncan Edwards.

Cantona a sette anni viene tesserato per l’S.O. Caillols, squadra da cui era partito anche un campione come Tigana. Da sùbito mostra ottimo fiuto per il gol. Ma quando prova a passare al Nizza, viene scartato dopo un provino. Da qui nascerà l’avversione per i “periodi di prova” che si ripresenteranno molti anni dopo.

Nel 1981 passa all’Auxerre di Guy Roux, dove resta per sette anni. Con questa maglia esordisce a 17 anni nella Division 1 francese il 5 novembre del 1983. Cinque anni dopo conquista il titolo europeo under 21 con la Francia. Ma già l’anno prima era entrato nel giro della Nazionale A. Un rapporto non certo idilliaco quello con i “galletti”: memorabili gli insulti via Tv al selezionatore reo di non averlo convocato per una partita contro la Cecoslovacchia. Nazionale, adieu. Per lui 43 presenze e 19 reti. Ma anche coi club non va molto meglio. Inizia una via crucis fatta di gol e problemi: a Marsiglia litiga furiosamente con Tapie; a Bordeaux scappa dopo appena 4 mesi; a Montpellier schiaffeggia un compagno di squadra.

Il vecchio santone belga Goethals vuole rilanciare l’Olympique Marsiglia e accetta il ritorno di Cantona tra i biancocelesti. Ma non funziona: Cantona e Goethals in comune hanno solo il datore di lavoro, per il resto è notte fonda. Così si riparte, direzione Nimes. Quella che sembrava la tappa finale della progressiva decadenza di uno dei numerosi “talenti sprecati” si trasforma, paradossalmente, nel primo dei tre momenti chiave della sua carriera (gli altri arriveranno in Inghilterra): dopo un’ammonizione in campionato reagisce colpendo l’arbitro e poi, non contento, insulta i dirigenti della Federazione che lo avevano convocato.

“Bullo”, “fallito”, “mela marcia”: nessuno pronto a perdonarlo. Arriva la sanzione: due mesi di squalifica. Sorpreso e deluso abbandona il calcio. Si dedica all’arte, alla pittura, le sue passioni. Michel Platini (al tempo Ct della nazionale francese) gli consiglia di ricominciare a giocare, perchè “la Nazionale ha bisogno di lui”.

Platini consiglia a Cantona di provare con il calcio inglese, forse più adeguato per il suo carattere. Si fanno avanti Sheffield Wednesday e Leeds per ottenere le prestazioni del talentuoso francese. Lo Sheffield allenato da Trevor Francis, ex Nottingham e Sampdoria, dopo alcuni giorni di prova gli chiede altre due settimane di “trial”. Ovviamente nemmeno a parlarne: Cantona sceglie il Leeds e tanti saluti a Francis e ai suoi provini.

Platini non sbagliava, il calcio inglese esalta Cantona e il suo talento. Qui diventa per tutti il Re! Ooh-ah-Can-to-na: e il Leeds conquista il titolo. Sùbito vincente alla prima stagione. Howard Wilkinson prepara la Champions League, ma nell’autunno ’92 Cantona fa le valigie e approda alla corte di Alex Ferguson. Seconda tappa essenziale del viaggio verso il “mito”.
Il Manchester non vince in campionato da 26 anni, Ferguson dopo sei stagioni in carica non ha ancora vinto nulla: arriva Cantona e la missione è compiuta. Primo titolo per i red devils nell’ultimo quarto di secolo e secondo consecutivo per il francese. Stessa storia nel 1993 e nel 1994: Manchester sempre campione. Nel febbraio 1995 durante un match infrasettimanale di Coppa contro il Crystal Palace, Cantona (anzi, la madre…) viene insultato e colpisce con un colpo di kung fu lo spettatore linguacciuto. Le immagini fanno il giro del mondo. Eric Cantona è un “fuori di testa”, un “violento”, una “vergogna”. C’è chi chiede la squalifica a vita. La sanzione della Federazione inglese è invece 8 mesi di squalifica e 120 ore di “servizio sociale”.

Tutti, memori dell’episodio di Nimes, temono che abbandoni l’Inghilterra e forse il calcio. Nel frattempo gira qualche spot e inizia l’attività di attore, mentre i compagni, in testa al momento della squalifica, perdono il titolo in favore del Blackburn di Alan Shearer. Continua ad allenarsi: i ragazzi della primavera lo vedono trattenersi sul campo dopo che i giocatori di prima squadra se ne sono già andati, sudare e sgobbare il doppio degli altri per farsi trovare pronto al rientro. David Beckham dichiarerà alla stampa di aver avuto modo di apprezzare il campione francese proprio in quei giorni, quando si allenavano insieme nella squadra primavera.

Anche i calendari hanno un cuore, e il rientro in campo è “da film”. Primo ottobre, Old Trafford: Manchester United contro Liverpool. Non poteva esserci rivale più degno per il rientro del Re. Salutato da una standing ovation, ripagata da un gol e un assist, per il 2-2 finale. Nel 1998 non contento delle proposte di rinnovo contrattuale (solo un anno) offerte da Ferguson, decide di non rilanciare e chiudere col calcio.

L’11 maggio 1997 all’Old Trafford col 2-0 sul West Ham guida i suoi al quarto titolo in cinque anni (per lui il quinto in sei) e abbandona l’Inghilterra dopo 185 gare e 81 gol. Si pensa a un’uscita di scena temporanea ma così non sarà: nessun deja vu, solo au revoir. Non più su un rettangolo verde ma sulle spiagge (capitano della nazionale francese di beach soccer) e sui set cinematografici (ha all’attivo quattro film). LECHAMPIONS EUROPA

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